Il Consiglio regionale approva all’unanimità la moratoria sul commercio
E’ stata approvata in Aula questa settimana la moratoria sui centri commerciali. Per sei mesi stop alla costruzione di altri metri quadri di grande distribuzione. Lo ha deciso il Consiglio regionale, all’unanimità, escludendo solo quelle opere funzionali alla realizzazione dell’Expo 2015. “Abbiamo compiuto un passo in avanti – ha detto Alessandro Alfieri -. La moratoria è stata resa effettiva dall’opposizione che è riuscita, attraverso il voto segreto, a mandare sotto la maggioranza sugli emendamenti e a bloccare così i tentativi di vanificare gli effetti della moratoria stessa, impedendo l’approvazione della deroga agli ampliamenti e alle strutture che avevano già iniziato l’iter di approvazione. Con il voto di oggi speriamo che possa iniziare effettivamente un percorso nuovo e che la maggioranza abbandoni la retorica piena di contraddizioni di chi come Lega e Pdl ha, in questi anni, autorizzato uno sviluppo eccessivo della grande distribuzione sul territorio lombardo”.
Il Pd ha presentato un ordine del giorno, approvato all’unanimità, affinché la programmazione commerciale regionale possa, d’ora in avanti, essere fatta tenendo conto anche degli effetti sovracomunali di area vasta, del consumo di suolo per i comuni coinvolti, del potenziale sfruttamento delle aree dismesse, degli effetti che le grandi strutture di vendita generano sui centri naturali del commercio e più in generale sui centri storici e sugli equilibri socioeconomici locali. L’ordine del giorno invita la Giunta, entro i termini della moratoria (sei mesi), a estendere il confronto a tutti i comuni interessati dall’insediamento di una nuova struttura e a prevedere nuovi strumenti di perequazione territoriali volti a riequilibrare, tra i comuni coinvolti, gli effetti indotti dalle grandi strutture. Negli ultimi 6 mesi in Lombardia sono stati autorizzati oltre 300 metri quadri al giorno di nuovi centri commerciali, supermercati, ipermercati, outlet; negli ultimi 5 anni si è registrato un crollo dei consumi pro capite del -5,4% (sotto la media nazionale); la realizzazione di grandi strutture ha comportato, quasi sempre, come conseguenza, la chiusura di numerosi esercizi di vicinato con perdita di servizi e di vivibilità nei centri storici e nei piccoli comuni.