domenica 16 febbraio si terranno le primarie per scegliere il nuovo segretario del Partito Democratico della Lombardia. Saranno primarie aperte, potranno infatti votare tutti i lombardi che abbiano compiuto 16 anni.
Ho scelto di candidarmi e di impegnarmi per costruire un PD lombardo forte e autonomo che si ponga l’obiettivo ambizioso di vincere le prossime elezioni regionali. E per poterlo fare bisogna prendere atto anche degli errori commessi in passato. Nello scorso febbraio abbiamo perso una grande occasione. Non siamo riusciti a capitalizzare la fine, a tratti drammatica, dell’era Formigoni. Un’agonia oscura, piena di ombre e inchieste che hanno minato la credibilità dell’istituzione regionale, per anni orgoglio dei lombardi.
Senza dubbio la scelta dell’election day ci ha penalizzato, ma è altrettanto vero che i tempi stretti per la scelta del candidato e della sua squadra ci hanno reso più difficile convincere gli elettori. Soprattutto quelli che mai ci avevano votato. Nelle comunità più piccole e nelle aree periferiche, dove i messaggi di cambiamento vengono recepiti più lentamente, abbiamo ottenuto i risultati più deludenti, allargando ulteriormente la forbice del consenso rispetto all’area milanese e ai capoluoghi di provincia.
Ciononostante, in questi anni è cresciuta una nuova classe dirigente che si è formata assumendosi responsabilità nelle amministrazioni locali e nel partito. E oggi, forti di queste esperienze e consapevoli delle difficoltà incontrate, intendiamo candidarci alla guida del Partito Democratico lombardo. Con il compito principale di costruire per tempo un progetto vincente. Aperto alla grande ricchezza dei movimenti civici lombardi, ma senza per questo rinunciare alla centralità del Partito Democratico. Nelle persone e nelle idee.
Sul sito www.alessandroalfieri.it trovate la mia storia personale, il programma e le mie idee per la Lombardia, inoltre potete seguire la mia attività su Twitter e su Facebook. Per contattarmi scrivetemi invece a alessandro.alfieri@consiglio.regione.lombardia.it.
Un caro saluto,
Alessandro Alfieri