Norma pro Silvio: niente carcere agli over 70
Gli emendamenti di un deputato di Forza Italia alla riforma della custodia cautelare. Arresto più difficile anche col 416 bis. Tra i reati gravi compresi c’è anche la prostituzione minorile. Allarme nella maggioranza
di LIANA MILELLA
ROMA – Niente carcere, anche per i reati gravi, prostituzione minorile compresa, per chi ha superato i 70 anni. Firmato Gianfranco Chiarelli, dal 5 dicembre, come riferisce Martinanews, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia alla Camera. Martinanews, alias Valleditrianews, visto che il deputato berlusconiano è di Martina Franca, noto comune del tarantino. Per chi possa valere la norma è scontato, per l’ex premier, nelle peste per via della condanna Mediaset e inquisito da più di una procura.
Il ddl Ferranti sulla riforma della custodia cautelare – testo che non piace all’Anm, per cui è troppo limitativo per i pm – oggi approda in aula. L’occasione è troppo ghiotta per non sfruttarla a dovere. Si fa avanti il peones di turno, stavolta Chiarelli, che deposita tre emendamenti studiati apposta per eliminare le manette perfino quando di mezzo c’è il 416bis, l’associazione mafiosa, il reato più temuto e più pericoloso, che tutti, anche a destra, hanno sempre considerato intoccabile. Invece Chiarelli lo intacca. Diciamo subito che le sue proposte hanno scarsissime chance di passare. Presentate dall’allora Pdl, sono già state bocciate in commissione. Adesso l’Ncd di Angelino Alfano, con il capogruppo alla Camera Enrico Costa, non ha aperto alcun credito a Chiarelli. Costa non è certo un fan della custodia cautelare, tant’è che propone di imporre al ministro della Giustizia di riferire alle Camere ogni sei mesi su quanti casi di carcerazione preventiva si risolvono poi in una condanna. Ma non si spinge oltre.
Decisamente aggressivo invece l’approccio dei berlusconiani, a riprova di come il partito dell’ex Cavaliere voglia tuttora imbrigliare i giudici, sicuramente temendo qualche iniziativa cautelare. Ecco, allora, che per decidere un arresto, il “concreto pericolo” diventa “l’attuale pericolo, concretamente dimostrato”. Non basta. Il giudice può decidere l’arresto preventivo “solo nei confronti dei delinquenti abituali, professionali o per tendenza” e solo dopo aver dimostrato di non poter dare i domiciliari “per l’assenza di un’idonea privata dimora”.
Eccoci agli over 70, già abbondantemente protetti nel codice di procedura attuale, ma che in futuro, se passasse la proposta Chiarelli, riuscirebbero a evitare l’arresto anche per i reati più gravi, tra i quali pure la prostituzione minorile. Equiparando gli ultra 70 alle donne incinte e alle madri con figli piccoli, Chiarelli conferma che “non può essere disposta la custodia in carcere, salvo che sussistano esigenze di eccezionale rilevanza”. Per essere certo di evitare trabocchetti, chiede di cambiare anche le regole per arrestare un mafioso o per chi ha commesso un reato grave, solitamente escluso da qualsivoglia agevolazione o attenuazione, come la riduzione e il mantenimento in schiavitù, la tratta di persone, la prostituzione minorile e la pornografia minorile. Perfino per il 416-bis il carcere preventivo potrebbe essere evitato qualora “siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari”. Quanto agli altri reati gravi “custodia cautelare in carcere soltanto quando ogni altra misura risulti inadeguata”.
Il ddl potrebbe passare il vaglio della Camera già domani. Il Guardasigilli Anna Maria Cancellieri non vuole unirlo con il suo decreto sulle carceri, ma il Pd insiste. L’ipotesi è farne un maxi-emendamento al Senato che marci in fretta col decreto. Con Chiarelli bocciato, ovviamente.