LE BADANTI CI FANNO RISPARMIARE 45 MLD ALL’ANNO

  • LE BADANTI CI FANNO RISPARMIARE 45 MLD ALL’ANNO
    (SI FA PRESTO A PARLAR MALE DELL’IMMIGRAZIONE…)Qualche giorno fa, a seguito dell’audizione di Caritas Ambrosiana, dell’Osservatorio Regionale sull’Immigrazione (ORIM) e dell’Assessore all’Integrazione Simona Bordonali presso la Commissione Sanità del Consiglio Regionale lombardo, dicevo che i dati “smontano” tanti falsi miti negativi sull’immigrazione.

    E proprio in questi giorni grazie alla ”Indagine sull’assistenza familiare in Italia” realizzata dall’Agenzia Tu (la rete di filiali UniCredit dedicata ai cittadini stranieri residenti in Italia e ai lavoratori atipici), e da Unicredit Foundation, emergono chiari non solo i numeri, ma anche le funzioni che rendono persino preziosa l’immigrazione, in molti casi, soprattutto per un ambito quale l’assistenza familiare.

    Sono 750mila gli immigrati coinvolti in mansioni di assistenza in Italia, con una spesa di 9 miliardi da parte delle famiglie. Una stima attendibile ha ipotizzato che, se non ci fossero le badanti, lo Stato dovrebbe investire 45 miliardi per assicurare un servizio analogo (Romina Spina, “Le immigrate invisibili che tengono insieme l’Italia”). Badanti, colf e baby sitter, principalmente donne, sono oggi la categoria più numerosa tra i lavoratori immigrati nel nostro Paese (oltre 81mila nella sola provincia di Milano) e sono diventate un pilastro fondamentale in diversi ambiti del welfare familiare (nel 53% dei casi assistono anziani, nel 36,5% famiglie con figli), ma anche del welfare pubblico.

    Vengono prevalentemente da Romania, Ucraina, Moldavia, cui seguono Filippine, Perù e Sri Lanka, hanno un livello di istruzione elevato (il 26,7% ha conseguito il diploma e il 18% ha frequentato l’università) e una grande capacità di risparmio (mettono da parte in media, al mese, 250 euro, parte dei quali vengono spediti ai familiari nei Paesi d’origine).
    Il 47,2% è sposato, il 10,9% vedovo, il 17,7% separato e divorziato, quasi tre quarti hanno figli, ma solo un terzo ha intenzione di procedere con il ricongiungimento, mentre il 48,3% non vuole percorrere questa strada, a evidenziare il fatto che vivono l’immigrazione come una situazione per loro temporanea.

    In linea con la mia proposta di legge regionale sulle cosiddette badanti, questi saranno i punti di partenza di un convegno per promuovere la formazione tra le assistenti familiari immigrate e la conoscenza dei propri diritti. Tra l’altro è emerso che il 56% non presenta la dichiarazione dei redditi, anche se obbligatoria, e oltre il 33% non fruisce pienamente dei giorni di riposo settimanali previsti dal contratto collettivo nazionale…
    Quindi spesso non sono loro a “sfruttare” la situazione… giusto per sfatare un altro dei falsi miti negativi sull’immigrazione!

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