La proposta del Partito Democratico di Lainate
In questo articolo pubblichiamo integralmente la proposta che il Commissario Antonio Zavaglia ha inoltrato al presidente a a tutti i commissari della Commissione istruzione, cultura, sport, spettacoli e tempo libero nel febbraio 2020.
Visto il perdurante stato di degrado e l’assenza di un vero dibattito pubblico sulla destinazione dell’area, intendiamo rilanciare la nostra proposta.
Premessa
L’area delle ex piscine di via Montegrappa versa in una situazione di abbandono e di progressivo degrado ben visibile anche esteriormente a chi percorra la ciclopedonale che congiunge la periferia a nord-est di Lainate al Centro commerciale ad Arese (finestre divelte, erbacce che assomigliano sempre più a una vegetazione tropicale, etc.).
L’amministrazione comunale di Lainate è cosciente di tutto ciò, tant’è che, seppur genericamente, ha inserito tra i suoi obiettivi programmatici la progettazione e programmazione entro il 2021 delle destinazioni e delle funzioni del sito (Lainate Notizie, pag. 4, dicembre 2019).
Cosa fare dunque, considerando che una rifunzionalizzazione complessiva dell’area, che includa anche una progettazione del verde e degli spazi esterni, richiede investimenti cospicui? E quali attività promuovere?
E’ già trascorso più di un anno e mezzo del tempo che l’amministrazione si è data per progettare e programmare, ad oggi non è ancora stato condiviso e discusso nulla.
Auspicando che la progettazione e programmazione sulla destinazione di un’area rilevante per la città siano fatte in modo partecipato con tutte le parti sociali e la cittadinanza, riteniamo sia arrivato il momento di dicuterne.
La galassia giovanile
Al momento non abbiamo indicazioni precise sulle scelte dell’amministrazione comunale. Rumors di palazzo indicherebbero una generica destinazione culturale rivolta ai giovani. Se confermata, appare una scelta lungimirante.
Ci dobbiamo infatti chiedere cosa facciamo per i giovani e che mondo lasceremo loro, oltre a un mostruoso debito pubblico che saranno chiamati a onorare. La senescente società italiana non è capace di fornire loro adeguate prospettive di vita e di lavoro, costringendo le nuove generazioni ad un precariato prolungato e sottopagato o ad emigrare alla ricerca di un ambiente lavorativo capace di utilizzare le loro conoscenze e valorizzare le loro competenze e creatività.
E’ forte l’impressione che abbiamo perso confini e riferimenti. L’esperienza individuale e le relazioni sociali sono segnate da strutture che si vanno decomponendo e ricomponendo rapidamente, in modo vacillante e incerto. In questa situazione disillusione e senso d’impotenza accentuano la solitudine, una debolezza che il marketing ha saputo capitalizzare fin dai tempi del walkman, lanciato sul mercato con lo slogan “mai più soli”. Da lì è stata una corsa inarrestabile a proporre surrogati della collettività e della famiglia.
Tutto questo avviene in una fase di cambiamenti sempre più veloci, dominati da un mercato del lavoro che porterà alla scomparsa di decine e decine di lavori, specialmente nei ruoli amministrativi e manuali (apprendiamo, tra l’altro, che il 65% degli studenti attuali svolgerà in futuro lavori che oggi ancora non esistono).
Mentre tutto questo accade, il dibattito nazionale dovrebbe porre una maggiore attenzione alle tematiche giovanili, piuttosto che incancrenirsi su quelle pensionistiche, certamente importanti ma probabilmente meno strategiche per il futuro del paese. Perché la povertà è soprattutto giovanile ed è fortemente aumentata tra i minori di 17 anni, soprattutto in famiglie numerose e in larga parte formate da stranieri (Ferruccio de Bortoli, L’Economia del Corriere della Sera, 3 febbraio 2020).
Alla povertà economica si accompagna una povertà educativa e come da anni ci spiegano gli ecomomisti investire in formazione, istruzione, cultura e ricerca è il miglior modo per crescere.
Una proposta di welfare culturale
Una recente ricerca dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro finalizzata a individuare le previsioni di assunzione delle imprese italiane per i prossimi 5 anni ci svela qualcosa di nuovo. In breve: la cultura, formazione e patrimonio artistico (Education & Training, Turismo e industria culturale) necessiteranno di 455 mila nuove unità. Si tratta di un dato sostanzialmente pari a quello dell’economia circolare e quasi il doppio di quello relativo alla rivoluzione digitale (Big Data, intelligenza artificiale, internet delle cose).
In relazione al tema del recupero delle ex piscine, è interessante evidenziare l’importanza strategica rivestita dal settore culturale, il cui rilievo è quasi doppio rispetto a quello informatico, comunemente percepito come il “settore del futuro”.
E’ un dato apparentemente “strano”, che è lì a indicarci come l’arte e la cultura, considerate per lungo tempo un aspetto residuale dell’uomo, riservato tuttalpiù a frange minoritarie della società, cominciano a essere riscoperte come elemento non secondario dei bisogni dell’uomo e delle comunità.
Bisogna probabilmente ripensare lo stesso concetto di welfare, non limitandolo agli interventi di mitigazione del disagio sociale e delle diseguaglianze, ma individuando nella cultura e nella formazione culturale lo strumento di una nuova articolazione di intervento sociale, l’unico probabilmente capace di attivare processi di crescita individuale e collettiva.
Declinare culturalmente il welfare, specialmente nella realtà multipolare di Lainate, significa favorire e privilegiare la partecipazione. Il senso di ogni intervento di welfare culturale è infatti nella capacità di mettere in comunicazione tra di loro realtà e territori diversi, eliminando qualunque forma di esclusione sociale.
E’ necessario in tal senso dotare i cittadini lainatesi e particolarmente i giovani di una infrastruttura culturale dove poter stare insieme sviluppando i loro interessi culturali e creativi negli ambiti della musica, del teatro, del cinema, della fotografia e, perché no? della creazione artistica.
Questo “luogo dell’arte e della creatività” potrebbero essere le ex piscine. Il loro recupero e la destinazione pubblica possono, se adeguatamente comunicati, diventare un progetto civico che coinvolga istituzioni, imprenditori e singoli cittadini in un impegno culturale collettivo di forte impatto anche simbolico.
In Italia non abbiamo grandi esempi in tal senso, né qualcosa che assomigli ai Kunstvereine tedeschi, sorti agli inizi dell’Ottocento per l’esigenza culturale di una borghesia emergente che avrebbe spinto appassionati d’arte, uomini di cultura e artisti a riunirsi in associazioni con lo scopo di propagare la conoscenza artistica.
Da allora, sarebbero divenuti motori fondamentali dello sviluppo di un interesse nei confronti dell’arte del proprio tempo e germi di partenza nella costruzione di collezioni artistiche, da cui sarebbero derivati grandi musei. E ancora oggi rappresentano l’elemento più caratteristico di tutto il complesso delle istituzioni culturali tedesche.
Ci rendiamo conto che non avrebbe senso cercare di trapiantare a Lainate esperienze sorte circa due secoli fa in un contesto culturale diverso. Tuttavia l’idea di un’associazione di cittadini che si prenda cura di uno spazio e di un progetto finalizzati alla sperimentazione e allo sviluppo creativo delle nuove generazioni costituisce un’oggettiva opportunità di impegno sociale per le imprese lainatesi, le associazioni di categoria e i cittadini interessati. Le ex piscine si prestano a questa funzione. Gli spazi seminterrati potrebbero ospitare un laboratorio fotografico, una piccola sala di sperimentazione musicale e di incisione, uno spazio cinematografico e teatrale. Il piano terra potrebbe accogliere un grande spazio polivalente (mostre, conferenze, etc.) e due piccoli spazi per laboratori creativi, collocando al piano superiore uffici e luoghi di riunione.
Modalità operative
Nel medioevo le nostre cattedrali sono state edificate grazie al contributo economico dei fedeli. Non è possibile replicare tale approccio civico a un bene pubblico come le ex piscine, individuando nel loro riuso possibilità di crescita formativa e di utilizzo creativo del tempo libero?
La realizzazione del progetto civico per il recupero delle ex piscine si dovrebbe basare su una campagna di crowdfunding che coinvolga enti territoriali (regione, città metropolitana, comune di Lainate), istituzioni bancarie e loro emanazioni filantropiche, imprenditori e associazioni di categoria lainatesi, singoli cittadini.
Anche la progettazione dovrebbe avere caratteristiche peculiari (qualità, autonomia energetica, interazione col contesto ambientale) utilizzando le modalità del concorso pubblico internazionale ad inviti. Essa infatti dovrà comprendere anche le aree esterne e la progettazione del verde, eventualmente da estendere agli spazi circostanti se di proprietà pubblica o di privati coinvolti.
Tale approccio potrebbe stimolare la partecipazione di professionisti, la cui fama costituirebbe un forte elemento di attrattività per gli sponsor.
Vengono immediatamente in mente per la sensibilità di approccio a temi analoghi Renzo Piano, Takeo Ando, Daniel Libeskind, Stefano Boeri, Rem Koolhass, lo stesso Michele De Lucchi, che ha progettato il vicino centro commerciale di Arese, così denso di rimandi alla tradizione lombarda.
La gestione operativa andrebbe affidata a un comitato scientifico, cui spetterà il compito di individuare, mediante concorso pubblico, un direttore artistico e i responsabili d’area, che potranno impegnarsi anche su base volontaria.
Le risorse economiche necessarie al funzionamento della struttura saranno reperite da attività commerciali (produzioni, vendita di opere d’arte o multipli; dalle tessere associative annuali dei cittadini aderenti (minimo euro 50,00/anno) che godranno di particolari vantaggi, come, ad esempio, l’acquisizione a prezzo scontato di opere d’arte; da enti pubblici e istituzioni private; da sponsor.
Le idee esposte sono una base di partenza, un inizio di confronto con l’amministrazione comunale e con i soggetti interessati. Esse prefigurano un confronto per la valorizzazione di tutte le infrastrutture culturali esistenti: la biblioteca di Lainate con previsione di un allungamento dei tempi di apertura attuali, la biblioteca di Barbaiana, la realizzazione di biblioteche “fai da te” a Grancia e nei luoghi dove i cittadini sentano il bisogno di dotarsi di spazi di socialità, la destinazione museale dell’intero compendio immobiliare di Villa Litta.
Anche gli eventi temporanei, come ad esempio le mostre attualmente ospitate in Villa Litta, non dovranno più avere un carattere episodico, legato alla spontaneità della domanda, ma essere un tassello di una programmazione culturale coerente che abbia come fine l’educazione alla bellezza, lo stimolo alla curiosità intellettuale, il piacere della riscoperta di mondi apparentemente lontani.
Antonio Zavaglia, 4 febbraio 2020